Vampiri energetici


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IL PERSONAGGIO EDERA
Il tema del vampirismo energetico costituisce un importante argomento di riflessione che ho deciso di approfondire. Tuttavia il termine vampiro energetico nonostante sia diventato quasi una moda, è stato usato anche in passato, basta studiare le opere di Arthur E. Powel scritte a partire dal 1925. Personalmente non mi piace molto la parola “vampiro” in quanto ha troppe connotazioni macabre. Penso che, anche se uno ha deciso di  parlare di certi argomenti, non c'è bisogno dell'effetto scenico esagerato. Per questo motivo userò un termine preso in prestito dalla madre natura, e sostituirò il termine vampiro con una pianta, ho scelto la pianta “dell’edera”. Provate ad immaginare un bel albero, sano, rigoglioso, con un bel tronco, pieno di linfa vitale, con appiccicato a se la famigerata edera, la quale piano piano mette le radici alla base dell’albero e cresce lentamente attaccandosi al tronco. Il lavoro dell’edera diventa quello di arrampicarsi, di sovrastare, di coprire l’albero, l’edera non fa altro che togliere la luce e il nutrimento a tutto ciò che trova davanti a sé per poter vivere lei stessa.
L’edera rappresenta l’essere succhiatore di energia, il mangiatore di energia altrui, mentre l’albero è vittima che spesso tende ad accettare quella forma  subdola e sottile di abuso, che il più delle volte avviene sotto le mura domestiche o nei ambiti lavorativi e che prende diversi nomi: violenza psicologica, stalking, mobbing ecc.
LE RELAZIONI TRONCO-EDERA
Le relazioni “tronco-edera” sono molto distruttive e purtroppo portano alla lunga allo “spegnimento dell’anima”, immaginate come lentamente il tronco viene seccato e rimane privo di linfa vitale, ma guarda caso l’edera continuerà a campare bene lo stesso anche senza quest’ albero, e certamente continuerà ad attaccarsi ad altro tronco, in fondo il suo ruolo è questo. Occorre fare un grande lavoro di sana osservazione per riconoscere queste dinamiche nelle nostre vite, tutti abbiamo avuto a che fare con qualche “edera” ad un certo punto della nostra vita, oppure  abbiamo visto capitare ad un amico ecc. E’ abbastanza semplice riconoscere un essere “edera”. L’edera si nutre dell’energia altrui fingendo spesso di amare o di essere amico, di volere bene il suo “albero”, l’edera “abbraccia” il tronco come un serpente che potrebbe procurare la morte. Il problema è come difendersene, soprattutto se si vive con un’edera, se ci si deve lavorare gomito a gomito, o comunque averci a che fare per molte ore al giorno, non è sufficiente fare buon viso a cattivo gioco. Trattare con chi, sistematicamente prende e succhia la tua gioia di vivere con la propria "negatività" a oltranza è un'esperienza abbastanza logorante, per non dire traumatica. Come neutralizzare questi personaggi edere prima che essi neutralizzino noi? Perchè è proprio di energie positive, fresche, incorrotte, pure che gli esseri edera hanno bisogno, per trarre la loro vitalità che non avvertono in sè stessi. Una volta riconosciuta l’edera va spostata, ri-piantata più lontano possibile, deve crescere da se, non va alimentata come certi sostengono, va lasciata a fare il suo cespuglio, ma deve essere sola. Non va neanche “tagliata” perché ovviamente nessuno ha diritto di togliere la vita, va semplicemente allontanata o ignorata. Basta smettere di nutrirla.  Lei continuerà a cercare di colmare i suoi bisogni in ogni modo.  Il suo lavoro è basato su anni e anni di condizionamenti, un lavoro subdolo, che viene celato sotto varie forme, come ci dice la criminologa Cinzia Mammoliti:
 “Essa consiste fondamentalmente nell’ umiliazione e deprezzamento della vittima, che attraverso l’uso, da parte del carnefice, di azioni manipolatorie finalizzate a farle gradualmente perdere fiducia in se stessa, si ritrova svilita, smarrita e priva di punti di riferimento. Perchè la vittima diventi tale e, soprattutto rimanga nella situazione di abuso, viene messa in atto dall’abusante un’operazione di condizionamento, un vero e proprio lavaggio del cervello caratterizzato dall’intermittenza delle sue azioni aggressive sapientemente alternate a momenti di dolcezza che danno, a chi subisce, la speranza di poter vivere prima o poi una relazione normale. Cinzia Mammoliti, criminologa e autrice di un saggio in materia dal titolo ”I serial killer dell’anima”, ed. Sonda, mette ben in evidenza le personalità di questi soggetti fortemente disturbati, definiti anche “vampiri energetici” in quanto completamente proiettati ad assorbire le energie positive altrui per inglobarle e depauperare chi avvicinano. Entrare in relazione con loro é molto pericoloso poichè sono estremamente gravi  le conseguenze che possono derivare a chi vive un rapporto prolungato con un vampiro seriale. Ansia, esaurimento nervoso, depressione, fino a un totale stato di compromissione della salute. Resistere e sopportare angherie e maltrattamenti, infatti, non aiuta a porre fine all’escalation di violenza che caratterizza questi rapporti perversi. I serial killer dell’anima mirano solo a una cosa : distruggere l’ anima e la mente delle prede che scelgono e finchè non compiono la loro opera non se ne vanno. Ecco perchè riconoscere il fenomeno é di vitale importanza : per prevenire, difendersi, fuggire e denunciare poiché a oggi ancora troppi sono gli esecutori impuniti e le vittime non denunciano perchè il crimine proviene proprio dalle persone che più si amano e che si sentono, per tale ragione, autorizzate a continuare a delinquere. Il vampirismo energetico, con la manipolazione relazionale e conseguente violenza psicologica son divenute un fenomeno dalla portata veramente inquietante e bisogna seriamente iniziare a far qualcosa  non soltanto per tutelare se stessi e la propria integrità ma anche per salvaguardare eventuali figli che, assistendo alla violenza su un genitore di riferimento, potrebbero, a loro volta un domani, divenire degli abusanti.”
E' fondamentale dunque lavorare per il risveglio dell’albero, per arrivare a farlo capire che è necessario il suo ribellare, perché nessuno può succhiarci nulla se non siamo noi a lasciarglielo fare, o a permetterlo in modo magari inconsapevole. In queste relazioni esiste sempre un tacito e inconsapevole patto tra "vittima-albero tronco" e "carnefice-edera". A volte, per imponderabili "alchimie" psicologiche che subiamo senza averne piena coscienza, le “edere" riescono ad infilarsi nel nostro piano emozionale, nell’ eterico, o nel nostro “astrale” condizionandoci pesantemente con il loro pessimismo, con la loro sfiducia o con la loro depressione, con il loro risentimento represso verso la vita e il mondo. In ogni caso siamo sempre noi ad aver aperto e lasciato in qualche modo la porta aperta, ribadisco il concetto, nessuno si può prendere nulla se noi non lo concediamo. Insomma, se noi lo volessimo, questi ipotetici succhiatori di energia morirebbero di fame. In ogni modo i veri problemi li hanno proprio loro, i personaggi edera. Problemi loro se vogliono vivere la vita lamentandosi o succhiando le altrui energie. Problemi loro se vivono in uno stato di dormiveglia, da passivi o zombi. Problemi loro se non riescono a percepirsi come anime, per loro l’anima è solo termine, è solo un semplice concetto mentale. Problemi loro se sono attaccati alla vita terrena e vivono costantemente nella paura di morire perché si identificano con il loro corpo fisico. Problemi loro e della loro ottusità mentale.
Personalmente ho deciso da un bel po’ di anni, di allontanarmi da ogni essere “edera”, ora riesco a vederlo intorno, lo vedo con chiarezza, succede a tanti. Perciò, chi vuole succhiare lo faccia pure, ma non da me. Non sono un albero oppresso, bensi un albero libero che decide in ogni momento  chi lasciare riposare alla sua ombra, chi far crescere accanto a se e chi nutrire con i suoi frutti. Invito anche a coloro che sono esseri edera di fare attenzione a non invadere nessun tronco, cercate di vivere e crescere per conto vostro, di maturare spiritualmente, senza attaccarvi a nessuno e senza provocare stanchezza e rinuncia intorno a voi…
© Gαbriєℓα Bαℓαj


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